Quantcast
Channel: ANTEREM - Ranieri Teti
Viewing all 530 articles
Browse latest View live

Paola Zallio, una prosa inedita, premessa di Mara Cini

$
0
0

L’acqua, la insegna la sete

Emily Dickinson

 

L’acqua non può tornare alla sorgente…e la parola detta non può tornare in bocca…il sangue ha le sue vie di scorrimento obbligate. Sono le vie naturali, insite nella pulsazione stessa che viene impressa dalla nascita ai viventi.

Scrivere invece non è un atto naturale, servono appigli alle parole. Serve apprendimento e cura.

In questo testo di Zallio pare esserci un continuo confronto tra un corpo che pulsa per fede, per naturale movimento e un corpo linguistico che per fede accompagna gli affetti, le scoperte, il flusso degli eventi. Una continua percezione tra interno ed esterno, un fluido di libero scambio di un mondo con l’altro. Abbandonarsi alla lingua non è mai operazione scontata, c’è una ricerca, c’è una fatica: l’acqua, la insegna la sete. (m. c.)

 

pdf del testo , incipit

 

Paola Zallio vive a Genova. Con Lingua Acqua ha vinto il Premio Lorenzo Montano nel 2002 per la “raccolta inedita”.

 


Galleria fotografica del Forum 2014, Immagini di Maria Grazia Veroni

Ultima pagina, autobiografia artistica e opere di Laura Fortin

$
0
0

Il segno e il gesto sono gli elementi narrativi dell'astratto.

Il mio personale approccio alla rappresentazione dei messaggi che il pensiero esprime è affermativo.

L'opera è soprattutto un atto di forza della mente, un momento di analisi e verifica su quanto accade nel proprio personale percorso di ricerca della affinità con le differenti fonti di bellezza e significato, un esercizio in cui la matematica delle manifestazioni è il primo soggetto.

L'astrazione è uno tra i più efficaci mezzi con cui si consegna il pensiero al pubblico.

E' una pittura in qualche misura democratica, popolare: la ricerca, la ratio, il pensiero che costituisce un opera può essere stravolto e amato in egual misura.

Questa ambiguità ritengo sia la cosa più stimolante. Ecco che il non detto, il non finito, l'impreciso sono cifre stilistiche calibrate, sono definitive opportunità di una poetica che non ha paura di fare i conti col passato, non insegue certezze, semplicemente si evolve, come la vita.

L'opera.

ricominciare, i motivi sono impronte, sono necessari, sono battiti, colpi, scontri.

andare è definitivo, è un gesto d’amore, di pace, un filo d’erba che svetta.

il tempo è costruzione di pensiero, di frammenti senza storia apparente, di bicchieri rotti, tappeti impolverati e cementi incuranti.

ma questa casa è la mia testa, una mano che stringe, il cuore che pulsa come una notte incessante, in verticale specchio.

poco contano gli scorni, il fluire è l’opera.

L’opera non è mai detta. L’opera è viva.

 

Esposizioni.

2012: mostra presso L’ex Macello di Padova, in collaborazione con il comune di Padova

2014: mostra presso l’Officina delle zattere di Venezia a cura di Barbara Vincenzi

2014-2015 mostra presso la galleria del Carbone di Ferrara a cura di Paolo Volta.

2015: mostra presso il caffè tomaselli di Milano.

 

Link:

http://laurabfortin.wix.com/laura-fortin

https://laurafortin.wordpress.com/

 

Mi sono avvicinata alla pittura nel 2000, anno in cui i miei genitori decisero, vista la mia passione innata per le arti figurative, di regalarmi un cavalletto da studio.

Iniziai con la riproduzione della figura umana da autoritratti, per poi proseguire con una reinterpretazione libera del corpo e della figura.

Nel corso del tempo mi avvicinai all’astrazione, che divenne il veicolo a me più consono per raccontare la mia idea di bellezza e di poesia.

Quella che negli anni era stata solo una passione divenne la mia principale attività nel 2011, quando decisi di approcciarmi allo studio della storia dell’arte contemporanea e investire le mie risorse e le mie energie in un personale percorso di espressione quotidiano.

Lo studio dei grandi maestri da un lato e il confronto quotidiano con gli artisti viventi da un altro hanno contribuito in modo decisivo a una svolta nel mio linguaggio espressivo.

Dal 2014 e soprattutto nel 2015 ho deciso di affiancare all’attività pittorica su tela uno studio e una produzione importante sul disegno, ritenendolo veicolo efficace di poetica e contenuti nuovi e fonte di ricerca incessante su quello che sta alla base del linguaggio delle arti figurative: il segno. Partendo dall’astratto e arrivando alla “meta-figurazione”.

A oggi il filo conduttore di questa ricerca è aperto ed è improntato alla sperimentazione nell’uso dei media e all’espressione dei contenuti, senza perdere di vista il segno nella sua immediatezza e primordialità, che è ciò che caratterizza la mia cifra stilistica.

Una prosa inedita

$
0
0

Premio di poesia e prosa "Lorenzo Montano" 29a edizione

Patrocinio: Associazione Anterem

 

Autori premiati con Menzione

Saverio Caponi, Parole perdute
Andrea Ciresola, Luca, 6-13
Ettore Fobo, L’era della paranoia spiegata a un feto
Giancarla Frare, Il castello di Apice
Fausta Genziana Le Piane, L’isola del fiume
Sergio Pasquandrea, Via delle Sette Chiese
Luisa Pestrin, Libertà
Gilda Policastro, Acerbissime punte
Monique Sartor, Lettera a Tu
Mariannina Sponzilli, ...Tenere rem in Anterem...
Maria Grazia Zamparini, Prelievi, debiti, divagazioni

 

Autori premiati con Segnalazione

Giuseppe Armani, Del limite
Emanuele Canzaniello, Patmos (Emmanuel Carrère)
Rossella Cerniglia, Tra consonanze e alterità
Tiziana Colusso, Nutrimenti. Fusioni. Nascite. Ma la scrittura è una creazione o una creatura?
Stefania Negro, Il pittore dei colori
Giuseppina Rando, Vuoto
Rosa Salvia, Frammenti di un discorso poetico
Stefania Simeoni, L’innamorante restituzione

 

Autori finalisti

Giovanni Campi, Tetr’agone m’usi che musica non m’usa
Silvia Del Vecchio, Donne, la differenza di una crisi mondiale
Giuseppe Gorlani, La parola
Giovanni Guanti, Big fog
Marco Nuzzo, I luoghi del tuo Permiano
Paola Zallio, Incipit

 

Prosa vincitrice

Big fog, di Giovanni Guanti

 

Una poesia inedita

$
0
0

Premio di poesia e prosa "Lorenzo Montano" 29a edizione

Patrocinio: Prima Circoscrizione di Verona

Poeti premiati con Menzione
Francesco Adragna, Anima crisalide
Paolo Artale, La sera dilima in luce centrale
Giuseppe Benvenuto Bonafede, L’angelo custode
Rossana Bucci & Oronzo Liuzzi, Vorrei
Paola Casulli, The Breath of the fjords
Rodolfo Cernilogar, La biblioteca
Clemente Condello, Sui due mari
Antonio Dalla Palma, Si insegni loro
Alceo De Sanctis, ...Strana tentazione
Carlo Gabbani, Autunno lungofiume
Roberta De Thomasis, Cecità
Giancarlo Fascendini, 434
Roberto Fassina, Mi casa
Francesco Fattorini, Routine
Andrea Fenice, Tiresia
Tiziana Gabrielli, Istmi
Lara Lorenzini, Saturno antico
Maurizio Manzo, Traccheggio
Angelo Mochetti, Ciabatte
Laura Pierdicchi, Il sentire serpeggia tra le pietre
Piergiorgio Troilo, Perifrasi della luce  
Camillo Valle, video, Moto perpetuo
Zegra, Colpiscimi qui dove sono più debole
Flavio Vacchetta, La coscienza

Poeti premiati con Segnalazione
Primerio Bellomo, Alba
Laura Cingolani, Sonnambula n. 7
Antonino Contiliano, Amour événementiel
Anna Maria Dall’Olio, Appunti d’iperestetica
Adelio Fusé, All’epoca le ore mi avevano assegnato
Lia Cucconi, Dell’Essere
Stefano Iori, Accolgo distratto
Roberto Perotti, In un punto
Renzo Piccoli, Nel riflesso d’una luce  
Gregorio Tenti, Dell’immensa disfatta
Roberto Valentini, Anche il ricordo del tuo bel vestito

Poeti finalisti
Stefano Della Tommasina, Global
Franco Falasca, Tu che non esisti
Paolo Ferrari, In-morte di Laura G.V.
Francesca Monnetti, Antalgie
Vittorio Ricci, Palpiti, sontuosi sacrari di un cupo artificio
 Maurizio Solimine, Le ceneri di Adriano   
Fausta Squatriti, da Olio Santo, II
Giancarlo Stoccoro, Non hanno scuse

Poesia vincitrice
Global, di Stefano Della Tommasina

Raccolta inedita

$
0
0

Premio di poesia e prosa "Lorenzo Montano" 29a edizione

Patrocinio: Biblioteca civica di Verona

Poeti premiati con Menzione
Stefano Allievi, Nel mondo dei qualsiasi
Marco Boietti, Meta
Cristina Bove, Venti di rabbia / Venti di pace
Gabriella Musetti, La manutenzione dei sentimenti
Paolo Steffan, Slama de ‘l ténp – Melma del tempo
Martina Campi, Quasi radiante
Stefano Colli, La diaspora del senso
Dino De Mitri, Postville
Gianfranco Guidolin, Liberi spazi mentali
Pasquale Lombardi, I ragazzi di Arvier Anna Laura Longo,Auscultazione
Giulio Maffii, Il ballo delle riluttanti
Raffaele Marone, Che pensi essere
Maurizio Alberto Molinari, Antropomorfo
Paola Novaria, Documento di identità
Salvo Nugara, Labirinto intimo
Edoardo Penoncini, Di altro pane
Gaby Ramsperger, Impero
Mario Rondi, Gran varietà
Pietro Salmoiraghi, Abreazioni
Massimo Sannelli, X XBRE
Carlo Tarabbia, En attendant Godot
Massimo Viganò, La voce incantata
Claudia Zironi, Fantasmi, spettri, schermi, avatar e altri sogni

Poeti premiati con Segnalazione
Pietro Antonio Bernabei, Poema dell’Inizio
Chetro De Carolis, Frammenti, 2012-2014
Mario Campanino, Vendesi uomo
Nicola Contegreco, Pedagogia del volto
Vittorino Curci, Carrube
Chiara De Luca, La nudità della luce
Patrizia Dughero, L’ultima foglia
Francesco Fedele, A & Ω
Loredana Lacroix Prete, Aeriforme
Francesco Lorusso, Il secchio e lo specchio
Mara Mattoscio, Inesprimere l’esprimibile
Gregorio Muzzì, Codici
Enea Roversi, Inventario dei gesti
Liliana Ugolini & Vincenzo Lauria, Le stanze della mente
Gian Paolo Guerini, Un attimo prima di desiderare

Poeti finalisti
Enzo Campi, Ex tra sistole
Silvia Comoglio, Il vogatore
Paolo Donini, Mise en abîme
Rita Florit, Nyctalopia
Giuseppe Nava, Nemontemi

Raccolta inedita vincitrice
Il vogatore, di Silvia Comoglio

Opera edita

$
0
0

Premio di poesia e prosa “Lorenzo Montano” – 29^ edizione

Patrocinio: Provincia di Verona

Poeti premiati con Menzione
Antonella Antinucci, Burqa di vetro, Tracce, 2014
Marco Baiotto, L’eredità della scienza, Campanotto, 2014
Paola Ballerini, Dentro l’iride radici, Coazinzola Press, 2014
Franca Battista, Seropirico, Tracce, 2014
Domenico Cipriano, Il centro del mondo, Transeuropa, 2014
Lella De Marchi, Stati d’amnesia, Lieto Colle, 2013
Viviana Faschi, Lo spleen di Milano, NEM, 2014
Silvia Giacomini, La tentazione di essere vento, La Vita Felice, 2014
Marina Giovannelli, Il libro della memoria e dell’oblio, Samuele Editore, 2013
Jose Angel Irigarai, Luoghi, sensi... nel viaggio, Perosini Editore, 2014
Lam, Poesie sonore parole sonanti, Libro+CD, Editrice Zona, 2014
Loredano Matteo Lorenzetti, Versi all’al di là, Ripostes, 2014
Mauro Macario, Metà di niente, Puntoacapo, 2014
Annalisa Macchia, Interporto est, Moretti & Vitali, 2014
Beppe Mariano, Il seme di un pensiero, Nino Aragno Editore, 2012
Nina Maroccolo, Malestremo, Tracce, 2013
Monica Martinelli, L’abitudine degli occhi, Passigli, 2015
Alessandra Mattei, Carmen Saliare, Edizioni Ensemble, 2014
Emanuela Niada, Specchi concavi, Edizioni Il Foglio, 2012
Nicoletta Nuzzo, Amata Voce, Rupe mutevole, 2014
Michele Ortore, Buonanotte occhi di Elsa, Vydia editore, 2014
Leda Palma, Il tuo corpo elettrico, Campanotto, 2014
Giulia Perroni, La tribù dell’eclisse, Passigli, 2015
Roberto Piperno, Andare per giorni, Tracce, 2014
Bruno Rombi, La stagione dei misteri, Editura Capriccio, 2014
Silvia Rosa, Genealogia imperfetta, La Vita Felice, 2014
Maria Angela Rossi, Uomini al lavoro, Edizioni Simple
Giacomo Signore, Corpus metapoetico, Lieto Colle, 2014
Francesco Targhetta, Le cose sono due, Valigie Rosse, 2014
Claudio Maria Zattera, Le poesie rincasano al tramonto, Albatros, 2014

Poeti premiati con Segnalazione
Alessio Alessandrini, Somiglia più all’urlo di un animale, Italic, 2014
Angelo Andreotti, Dell’ombra la luce, L’arcolaio, 2014
Davide Argnani, Musa fitta nell’azzurro, Di Felice Edizioni, 2014
Antonio Bux, Sistemi di disordine quotidiano, Achille e La Tartaruga, 2015
Maddalena Capalbi, Testa rasata, Moretti & Vitali, 2015
Annamaria Ferramosca, Ciclica, La Vita Felice, 2014
Miro Gabriele, Le città antiche e altre poesie, GB EditoriA, 2014
Angela Greco, Personale Eden, La Vita Felice, 2015
Luciano Mazziotta, Previsioni e lapsus, Editrice Zona, 2014
Lia Rossi, La stanza nella stanza, Edizioni Tecnograf, 2014
Marco Saya, Chiacchiericcio, Marco Saya Edizioni, 2012
Marco Sonzogni, Tagli (Poesie 2009-2014), La Vita Felice, 2014
Antonella Taravella, La cromatica carne, Libro Aperto Edizioni, 2013

Segnalazione speciale per l’attività della Casa Editrice Beatrix V.T.
a cura di Angela Marchionni, Roberta Ferrara, Elena Basile, Letizia Rostagno

Poeti finalisti
Daniele Bellomi, Dove mente il fiume, Edizioni Prufrock, 2015
Maria Grazia Calandrone, Serie fossile, Crocetti, 2015
Osvaldo Coluccino, Gamete, Coup d’idée Edizioni d’Arte, 2014
Pasquale Della Ragione, Boxing day, Edizioni Riccardi, 2013
Paolo Gentiluomo, L’onnivoro digiuno, Oèdipus, 2014
Lorenzo Gobbi, La gioia è un turbine di quiete (Poesie 2000-2009), ATì Editore, 2014
Alberto Mori, Davanti alla mancante, Scrittura Creativa Edizioni, 2014
Davide Nota, Il non potere, Sigismundus, 2014
Marco Pacioni, Il bollettino dei mari alla radio, Aguaplano, 2014
Angela Passarello, Piano Argento, Edizioni del Verri, 2014
Maria Pia Quintavalla, I compianti, Effigie, 2015
Fabio Scotto, La Grecia è morta, Passigli, 2013

Opera edita vincitrice
Dove mente il fiume, di Daniele Bellomi, Edizioni Prufrock, 2015

Giuseppina Rando, prosa inedita “Vuoto”, nota di Flavio Ermini

$
0
0

Prosa poetica

Giuseppina Rando ci parla di un essere in cammino. Il suo passo muove da una presenza per approssimarsi al vuoto. La presenza è evidente nell’atto della rappresentazione. Ma quella stessa presenza cessa di essere tale nel momento in cui la rappresentazione è conclusa.

A rappresentazione avvenuta subentra l’assenza. Alle molteplici forme si sostitusce il vuoto. L’errante, registra Giuseppina Rando è «in cerca di ragione», ma in realtà incontra l’assenza. Lo straniero anela a un senso, ma in realtà si trova a fare i conti con «parvenze inerti». Persino i nomi non hanno più niente a che fare con il dire.

L’arte rappresenta l’essenza del reale, ne ruba l’anima. Ma così facendo determina che il reale non esista più. Oppure fa sì che si mostri solo come maschera, come «cranio rovesciato». È come se cogliendo l’essenza delle cose l’artista rendesse non solo priva di attrattiva la realtà, ma la spazzasse via, la destituisse di materialità.

Il viandante, ci indica Giuseppina Rando, si muove «da notte a notte», ovvero da tenebra a tenebra. In questo percorso si trova a fare i conti con i silenzi dell’indicibile ogni volta che si attarda ad ascoltare l’appello dell’essere, la sua necessità.

 

Vuoto

S’intersecano nei solchi della tela le linee interne del quadro

provengono dalla fessura della porta.

Ciò che è rappresentato è assente.

 

Più in là la scodella di rame del viandante - di tanto in tanto-

brilla nelle sillabe disperse lungo la via - fra notte e notte - .

Sulle foglie oscillare di visioni molteplici forme s’inseguono

nella brezza che spazza frammenti di fatica.

Sul volto rugoso dello straniero si nascondono i segreti

che già un tempo furono le parole del Re da tempo immemorabile

assente.

 

Vuoto il posto costruito come il precario muro della certezza

sullo svanire di farfuglii bigi . Sovrasta l’ombra del ritmo

che regola la terra semisepolta da parvenze mute inerti, potenti.

I loro nomi non dicono, disperdono.

Nulla si aspetta l’errante . Conosce la propria appartenenza al niente.

 

Ciò che è rappresentato è assente, attraversato da ombre fugaci.

Sullo sfondo della tela fluiscono da alberi scorticati -come fosse sorgente-

buchi neri - crani rovesciati - macchine assordanti in cerca di ragione.

Attorno s’insinua tra polveri e vapori un’aria cristallina

silenzio che trascina all’altro capo del filamento.

 

Giuseppina Rando è siciliana. E’ stata docente di Lingua e Letteratura italiana negli istituti superiori.

Impegnata nella ricerca letteraria, si dedica anche a studi di carattere storico e filosofico.

Collabora con diverse riviste ed è presente in numerosi volumi di poesia, antologie e saggi.

Ha pubblicato testi di Poesia tra i quali: Spuma di mare (poesie 1970-1981), Statue di gesso (poesie 1982-1995), Duplice veste (2001), Immane tu (2002), Figura e parola, Cierre Grafica (2005), Vibrazioni (2007) Noubs Chieti, Bioccoli, Anterem Edizioni (2008); saggi: Profili di donne nel Vangelo (2001) Bastogi, Chiara. Una voce dal silenzio (2002) Edizioni San Paolo, Le belle parole, Scrittura Creativa Edizioni (2013).

Nel Segno -Racconti- (2011) Pungitopo, Patti Marina ha ricevuto il Premio di narrativa Joyce Lussu, Offida (Ascoli Piceno).

Finalista e segnalata in diverse edizioni del Premio Lorenzo Montano di Verona.


Francesca Monnetti, poemetto inedito “Antalgie”, nota di Marco Furia

$
0
0

Poetici coinvolgimenti

Con “Antalgie”, Francesca Monnetti propone un componimento davvero intenso nelle sue quasi aforistiche forme.

Già all’inizio, la pronuncia

“esterno uguale interno”

induce a riflettere sulla pregnanza di un senso che non corrisponde al significato logico di termini che nel linguaggio ordinario appaiono contrapposti, ma che

“di specie sinuosa

isomorfa estrosa”

bene convivono in condizione di uguaglianza nella poesia in esame.

Più avanti, la poetessa riesce a sorprenderci con una sequenza in cui il dato esistenziale, richiamato dalla parola “vivilo”, riguarda un vuoto da considerare nel suo integro emergere:

“vivilo … il vuoto

non sfumarlo”.

Più oltre, con

“per un po’ … per combinazione

in variazione … ti riconosco”

Francesca mostra come non sia certo la rigidità fisionomica a consentire il riconoscimento: ossia come, nel suo vedere, l’affiorare d’immagini ed emozioni si combinino per via di una sorta di sinfonico ritmo capace di risvegliare sensi di familiarità.

Suoni, colori, odori, figure, non sono per la poetessa singoli aspetti definibili in maniera risolutiva, bensì veri e propri ingredienti di circostanze non esauribili dalle parole: fino a qual punto possiamo dire la nostra vita?

Questa mi pare la domanda sottesa all’agile versificazione di “Antalgie”.

Domanda che, forse, trova risposta nei versi

“tra caos e caso

un ordine esce”

 

pur viene a deporsi

 

… materia e forma

ritornano a sé”.

Versi proposti con l’immediata semplicità di chi considera talmente naturale ciò che dice, da riuscire a farlo avvertire normale anche al lettore.

Siamo al cospetto di un idioma tendenzialmente coinvolgente?

Quello poetico lo è sempre.

 

Da “Antalgie”

In-compiuta

 

più netti

vanno resi i contorni

 

mentre tendono

e flettono ancora

le linee dei corpi

 

i dintorni

più non dilatano

i volti dentro

non sformano

 

i pezzi dell’essere

... pur sempre

dimorano in te

 

or su dunque

sia fatta pulizia

nel mio nido ...

 

... si diradano

i dettagli

sfocano in ombre

 

tratti di-visi

risorti ricorrono

altrove si fondono

 

sedimentano

in me

 

scarno ... congruo

il quadro

nello specchio

rotondo

 

tra caos e caso

un ordine esce

 

pur viene a deporsi

 

... materia e forma

ritornano a sé.

 

Francesca Monnettiè nata a Firenze dove ha compiuto studi in ambito filosofico-morale. La sua prima raccolta, “in-solite movenze”, finalista al “Montano” 2008, è stata pubblicata da Cierre Grafica l’anno seguente. Una sua silloge inedita ha vinto la IV edizione del Premio Sergio De Risio nel 2010. La sua poesia è stata presentata nel sito blanc de ta nuque da Stefano Guglielmin. Una selezione di suoi testi poetici inediti è uscita on-line su “Arcipelago Itaca”.

Giuseppe Gorlani, prosa inedita “La parola”, nota di Mara Cini

$
0
0

Illecito è pretendere d’essere creduti quando tracciamo confini inesistenti intorno alla parola.

Tentativo quello di Gorlani di circoscrivere la sostanza inesprimibile che pure spreme un succo stupefacente. E’ la parola nel perimetro del corpo e del respiro, nella geometria di un’apertura, nell’accrescimento botanico, nella litania consolante e ludica dei suoni.

La parola che si fa alternativamente tasca e coltello, che raccoglie e ripara, offende e ferisce, che disegna aree dove seminare, coltivare, raccogliere e ridisseminare.

La parola muove da un suono o da una traccia. Chi ha imparato dal gheppio sa che nel volteggio (un gesto grafico se immaginato con ali intrise d’inchiostro) il rapace scrive il suo grido.

La parola

I

In interiore homine c’è l’erba piegata dal vento. All’esterno, sul calar della sera, c’è l’erba d’oro tinta. In alto l’etere, in basso il cielo. Intorno la madre silente ripete quel che le suggeriamo. Al grido risponde con un grido, al sussurro con un sussurro. Saperlo induce a quiescere. Oppure ancora ci si ostina ad immaginare cornucopie sostenute dal cachinno del secolo?

Difficile pregare, impossibile chiedere. Nell’atarassia emerge la porta diuturnamente aperta, senza battenti, senza cardini. Anzi, nemmeno si può dire che vi sia una porta. In verità un insetto, una nuvola o qualsiasi altra forma suscitano stupore e ammirazione. Eppure si è affini agli estinti: il corpo già andato, l’anima a brandelli, la gola prosciugata. Gli uccelli li si ode distanti.

Non si ha alcuna pretesa di descrivere il modo a-modale dell’Essere in se stesso. Tutti lo vivono in essenza; nessuno lo conosce. Deum nemo vidit umquam.* Piuttosto si vuole correre, immobili sul filo del paradosso, saziare fame e sete, spossare gli eoni. In conseguenza a ciò le ginocchia si piegano, le palpebre si chiudono, le mani asciutte accolgono altre mani, le lettere si associano all’improvviso, le sillabe grondano sangue – o rubini, o pomi imperlati dalla pioggia nel verziere custodito dal serpente? – la neve crea sintassi inaudite.

E allora ci si china sulla parola come su una pianticella, scaturigine dell’intero mondo vegetale. La si contempla, ovvero si penetra in essa, la si lancia qua e là nell’ebbrezza ludica, la si ripone in un panno candido per stanchezza, non la si vende mai. Essa è sì virtù cacuminale, ma nel contempo risulta incomprensibile a qualsiasi mercanteggiare. Parola addormentata, diritta, languida, radiante. Tasca ove riporre gli esigui giorni da trascorrere che in essa producono vapore. Coltello, poeta, rishi: il pensabile in spire raccolto ai margini della foresta. Amica del filosofo e sua mercuriale messaggera, araldo nella battaglia sullo Kurukshetra. Bhagavadgita, Anugita, mandala perpetuati da fiumi. Nascite e morti a milioni, per nulla. Tristezza.

Financo la torre contratta a penna, ormai affatto indifferente alle vicende semantiche, reputa importante prosternarsi ai suoi piedi. La contentezza da questi sprigionata fiorisce nella libertà, mentre i passi errano e danzano tra scacchiere ingannevoli, riflettendosi negli occhioni bovini, nel muschio abbarbicato alle pietre, nella carcassa abbandonata ai necrofagi.

La parola è respiro da centellinare il mattino, è dono elargito con maturata innocenza, è profumo accetto agli dèi discesi nei mantra, è mysterium, filo aureo, ponte nella coincidenza tra catabasi e anabasi, rovina e risurrezione, rintocco che pervade il trimundio, è giumella in cui si porge la postrema offerta ridotta a briciola abbagliante in pasto a una formica.

* Gv I, 18

II

La parola insorge se le si ordina di esaurire la realtà. Divora le falangi ai pennaioli, oggi impegnati con tastiere, e le risputa alle ortiche. La parola è scepsi inesauribile o, tutt’al più, inno all’Ineffabile, proemio al silenzio. Scevra da albagia, percorre tratturi tra i poggi e pregia soste con i rari ortolani sopravvissuti. Sa distinguere il fungo edule da quello esiziale, perciò nutre e protegge. Non teme l’inzaccherarsi nei pantani, purché la farfalla proceda prima che deperisca il calore.

Anche i tetti di certe cappelle cimiteriali sporgenti dai muri perimetrali sono per lei palazzi principeschi o architetture diafane in cui i viatori possano resipiscere, cioè comprendere la natura degli alberi, la meraviglia aleggiante nelle campagne.

Dopo la parola litanica sopraggiunge la quiete, avvolta in dense nebbie percorse da note di pianoforte. I suoni a volte sembrano palloncini colorati, a volte foglie rotanti sulle quali la voce innamorata modula dolenti ebbrezze. Già, poiché l’amato non si lascia mai toccare, forse solo lambire nell’intimo, quasi le ore e gli anni avessero scarso valore.

Tuttavia c’è, in esergo, appagamento: l’intelletto non scorge iniziare o terminare alcunché.  Ci si può dunque fermare, estranei ad ogni divenire, indifferenti ai machiavellismi dei saccenti che asseriscono di appetire cose concrete.

È una sostanza inesprimibile quella a cui ci si apre; così la parola, da antichi ceppi liberata, può sorreggere. Il profumo sussiste, il colore celeste riverbera eco persistenti, il grigio culla il bambino, lo stridere dei corvi sale e scende sopra i campi arati. La parola intona stanze a cascata, abbracciando l’attuale e l’inattuale, sbeffeggiando le mode imponenti etichette, appartenenze, maschere. Come se fuori da simili ambizioni vi fosse il niente.

Illecito è pretendere d’essere creduti quando tracciamo confini inesistenti intorno alla parola. Inopportuno pascere ritorni chimerici al passato o sporgersi avventatamente verso il futuro. Basta restare nell’impronta presente, consentendone l’eccesso e la sobrietà, la laconicità. Il che implica abbandonare il frastuono interno.

III

Sta due dita dietro la lingua, la parola. Non si lamenta. Registra declivi profanati da sporcizia, la miseria salita in cattedra, l’idiozia sclerotizzata a dogma, il plagio pervasivo da pochi rifiutato, eppure tace, o emette ultrasuoni sufficienti a tenere in vita la bellezza, senza che sia propizio domandare dove abiti. Gli astri balzano agili oltre il sole. E in tale átoponè proscritto l’accesso a chi abbia smarrito la chiave di passo. È indispensabile recuperare sensibilità, aspirazione, empatia se si gradisce che i cerchi sull’acqua tornino a farsi intelligibili e lo stagno, le rane, le tife, i ponti dissolti nella luce meridiana si rivelino mai scomparsi. Nello specchio persino il re ci sorride; l’azzurro da cui è circonfuso, la porpora, l’argento, il verde ci porgono pazientemente la sapienza capace di saldare attimi, eternità, sfumature. A cagione di quale ottenebrazione avevamo potuto dimenticare i viottoli nelle foreste, le fragole presso la roccia solitaria, l’improvvisa apparizione di Pan, i flauti sulle labbra delle trote? Capitolare al servaggio è proprio un resistere al mare. Quanto travaglio per censurare quel che si è o si potrebbe risvegliare, sostituendovi l’adesione robotica a sogni altrui! Ben altro spirito assiste Offerus quando traghetta il peso del cosmo-bambino, meritandosi il nome Cristoforo.

L’atto coscienziale si impone per necessità: recide lacci, fende veli, scaglia nell’aere frammenti sepolcrali, sdrucisce arti aggrappati a croci stanche, appese in cubi titanici, infernali. E l’oro riemerge, carico di gioia. La parola ne è garante. Addietro si nascondeva tra detriti cementizi, soffocata da liquidi amniotici, ora canta di nuovo, dilata il minuscolo, si sofferma sopra i labirinti calcinati in compagnia del padre Dedalo. Ma non precipita per esuberanza. Ha imparato dal gheppio. Conosce l’integrità, la differenza nell’identità. Sa la plenitudine nel vuoto, la soddisfazione nel deserto, lo strillo aquilino, il gemito nella corda strappata sotto la luna.

La pagina gira. Qualsiasi cosa appaia non ha importanza. Non v’è aritmia: la parola ne estrae il succo stupefacente.

 

Giuseppe Gorlaniè nato a Longhena (Bs) nel 1946. Dai venti ai trent'anni ha viaggiato a lungo in Oriente e nel Sud dell’Italia, soggiornando in Afghanistan, Nepal e alcuni anni in India.

È poeta, grafico, saggista e musicofilo.

Suoi interventi sono apparsi in varie riviste letterarie e di studi tradizionali, tra le quali: Convivium, Paramita, Poiesis, I Quaderni di Avalon, Viàtor, Conoscenza, Atrium, Letteratura-Tradizione, Spiritualità e Letteratura, Quaderni dell’Associazione Eco-Filosofica Trevigiana, Vidya.

Suoi articoli e saggi compaiono in siti online quali: Centro StudiOpifice, La nube e la rupe, Est Ovest, Rassegna Stampa di Arianna, Per una Nuova Oggettività, Corriere Metapolitico, Centro Studi La Runa, Centro Paradesha, Vidya Bharata, Fondazione Julius Evola, Politicainrete, PoliticaMente, ecc.

Presso Il Cerchio Iniziative Editoriali ha pubblicato tre raccolte di poesie e disegni (Radici e Sorgenti, 1989; La Porta del Sole, 1990, Premio Letterario “Città di Roma” 1991; Nel Giardino del Cuore, 1994, con Prefazione di Emilio Servadio), una traduzione dall’inglese dell’opera Nan Yar di Sri Ramana Maharshi col titolo Chi Sono Io? (1995) e la raccolta di saggi Il Segno del Cigno - Sulle Tracce dell’Ineffabile (1999), con Prefazione di Adolfo Morganti. Le sillogi La Porta del Sole e Nel Giardino del Cuore sono illustrate, oltre che da se stesso, da Carla Ricotti, Maura Boldi e Domenico Franchi.

Un suo saggio, Hippie: sadhu d’Occidente, compare nel volume antologico L’immaginazione al podere – Che cosa resta delle eresie psichedeliche, a c. di A. Castronuovo e W. Catalano, Stampa Alternativa, Vt 2005.

Con La Finestra Editrice (Lavis-TN) ha pubblicato: Anatema (2000), una raccolta di prose poetiche; Uomo e Natura (2006), una raccolta di saggi, con una testimonianza di Guido Ceronetti; Visioni del Soma (2010), una raccolta di prose poetiche e disegni; Il Filo Aureo (2012), una raccolta di saggi con Prefazione di Giovanni Sessa.

Su incarico di Guido Ceronetti ha illustrato la vita del Buddha in due tavole comparse su La Stampa nella rubrica La Valigia del Cantastorie (2002).

Tra la fine degli anni Settanta e gli inizi degli anni Ottanta ha collaborato con varie radio libere di Brescia e dal 1991 al 1992 ha curato la trasmissione Il Terzo Orecchio per Radio Popolare di Brescia.

Marco Saya, da “Chiacchiericcio”, Marco Saya Edizioni 2012, nota di Davide Campi

$
0
0

Nelle poesie di Marco Saya il ritmo è sostanziale, quasi concreto; la sintassi è misurata ed essenziale.

Poiché nessun inciampo sonoro o difficoltà grammaticale deve intromettersi nello scorrere il testo; la lettura deve scorrere liscia dai primi versi ove la scena viene presentata alla maniera più alta possibile, all’ultimo verso che ne segnala la rovinosa e imprevedibile caduta verso un concreto suolo.

Quindi una modalità di espressione non facile da produrre e riprodurre con coerenza e senza cadute; e nemmeno tanto semplice e popolare da fruire.

Poesie prevalentemente brevi, spesso in forma aforistica, in una felice combinazione tra ironia e sarcasmo, in cui, inizialmente, un linguaggio di grande spessore traduce gli inciampi e i marginali fardelli del vivere quotidiano donando loro tutte le prerogative di un’epica. Salvo poi, nei versi finali, sgonfiare rapidamente il testo e restituire alla scena le sue tristi e abituali qualità.

Esemplare da questo punto di vista il testo intitolato “possibilità”, che inizia da “c’era una verità tramandata/da previi accordi…” e finisce con “…:se cambiare/o meno quella guarnizione”.

 

Da “Chiacchiericcio”

 

alfabeto

di tutto fu scritto

e l’alfabeto del mondo

era sempre più povero.

si ricercavano nuove lettere

anche se la precarietà

della parola

lottava per un discorso

a tempo indeterminato.

 

tempo

il tempo ammonticchia i tempi

pari, dispari, come i giorni

in un’unica partitura

dove accadi tra una misura

e la successiva sorseggiando

un caffé nelle pause

e la melodia della sera

simula quell’ad libitum

che in-tona o s-tona il fischio d’inizio.

 

there must be some kind of way out of here

Hey Bob, Hey Jimi,

ci deve essere un modo

per uscire da questo posto,

lo chiedo a voi,

lo chiedo a tutti,

lo chiedo al mondo dei posti,

alla natura che non li abita,

alla Highway 61 che tramonta

alla foce del Mississippi,

a King e alla sua Lucy,

al Re Lucertola che ogni cosa poteva fare*,

a qualunque uomo

che rompa il sentiero stabilito

per seguire il sentiero destinato**,

a una macchina veloce,

a un orizzonte lontano

e a una donna da amare alla fine della strada***

 

there must be some kind of way out of here

 

ci deve essere un modo

per uscire da questo posto,

lo chiedo a voi,

lo chiedo a tutti,

lo chiedo al mondo dei posti.

 

* Jim Morrison

** Gregory Corso

*** Jack Kerouac

 

Marco Sayaè nato a Buenos Aires il 3 aprile 1953. Dal 63 risiede a Milano. Musicista jazz, scrittore ed editore. Diverse pubblicazioni, ultime la raccolta poetica dal titolo Filosofia Spicciola (2014) e Chiacchiericcio (2012) edite da Marco Saya Edizioni, Murales edita dall’Arca Felice (2010) e Situazione Temporanea edita da Puntoacapo Editrice (2009). È presente poi in diverse antologie tra cui segnaliamo: L’albero degli aforismi (2004), Il segreto delle fragole (2005) e L’antologia delle stagioni (2006) edite da Lietocolle; Swing in versi (2004) edita da Lampi di Stampa e Vicino alle nubi sulla montagna crollata (2007) edita da Campanotto. Ha condotto una rubrica musicale sul sito della Rizzoli Speaker’s Corner. È presente su tutti i più importanti siti di scrittura, rubriche e riviste letterarie. Raccoglie, poi, importanti risultati nei vari concorsi proposti, segnalato in diverse edizioni del premio “Lorenzo Montano” curato da Anterem, vincitore con la raccolta Situazione Temporanea della XXIV edizione del premio Nuove Lettere a cura dell’Istituto Italiano di Cultura di Napoli (2010) e della X edizione del Premio Carver (2010), infine premiato al Concorso Laurentum 2011 per la poesia online, I° premio della critica, e menzione speciale della giuria per la raccolta edita Murales (L’Arca Felice) finalista tra le prime cinque. Infine giunto nella terna finalista con la raccolta Chiacchiericcio sempre al Concorso Laurentum 2013 e premiato al premio Farina con la raccolta Filosofia Spicciola (2014).

Alberto Mori, da “Davanti alla mancante”, Scrittura Creativa Edizioni 2014, nota di Rosa Pierno

$
0
0

Nati da un dialogo con le immagini fotografiche di Francesca Woodman, i testi poetici che Alberto Mori costruisce, in Davanti alla mancante, sono inevitabilmente tarlati dall’assenza, sia a causa della prematura scomparsa della fotografa, sia perché il suo corpo è presente nelle sue immagini in perenne dissolvenza. Ora, far parlare qualcosa che non è a fuoco, che arretra rispetto a qualcosa in primo piano - e che è nitidamente in primo piano - è già lavorare con un imprendibile al quadrato: è lavorare con la rappresentazione di una rappresentazione. Per dire di questa mancanza di messa a fuoco anche il linguaggio si fa approssimativo, non accorda aggettivi a sostantivi: “Un filo di proiezione fra le dita / I capelli sono scomparsa / Le gambe non vedono /nella dissoluzione seduta”. Di pari passo va la registrazione della difficoltà di distinguere il corpo dal fondo e di rendere conto della sua apparenza fantasmatica. Lo sguardo s’affossa, stancandosi per meglio afferrare, mentre il pensiero si meraviglia per uno spazio che prende ad avere sostanza corporale: “Nella fuggenza stupisce / il vestito a maculi dello spazio accoscia”. Nello sfocamento c’è uno scambio di materie, metafora dello slittamento tra i diversi mezzi e codici artistici messi a confliggere sulla pagina, ma anche la cucitura che Mori tenta degli oggetti in primo piano, i quali sfrontatamente esibiscono la loro cifra contro un corpo che s’allontana fino alla totale perdita di dettaglio sullo sfondo. Il disperato tentativo di dialogo instaurato dall’autoritratto, “l’appello silenzioso”, viene raccolto dal poeta insieme a una serie di parole adagiate intorno al corpo testuale: specchio, riflesso, acqua, davanzale, volto, palpebra, sogno, quasi una strumentazione atta ad afferrare tutto quello che è possibile in una visione. Solo la dissolvenza, l’apparenza, l’incanto restano impigliati in tale tracciatura: “Accanto alle foto / Postuma / Spettro composto del ricordo / Limbo nero profumato”. Ed è, difatti, proprio il passaggio dalla carne a un’identità disincarnata ciò che il fruitore percepisce nelle fotografie e legge nei testi, in una riuscita equivalenza.

 

***

Chissà dove sarai

lieta e svanita

ad autoritrarti

dissolta fra le nuvole

 

Passeggera incisa dalla carne nuda nei fiati scomparenti

 

***

Non puoi vedermi da dove mi guardo”

Senza focus anche l’accanto

Contatto delle spalle sfumate

La caviglia

Piega del moto concentrato

 

***

Sdraiata e rialzata

Morte

Immagine rovesciata

Calla e battigia

Simmetria del volto

nell’occhio sospeso dal sogno marino

Eppure ti vestirò polvere”

 

Alberto Mori, poeta performer e artista, sperimenta una personale attività di ricerca nella poesia, utilizzando di volta in volta altre forme d’arte e di comunicazione: dalla poesia sonora e visiva, alla performance, dall’installazione al video ed alla fotografia. La produzione video e performativa è consultabile on line sulla pagina YouTube e Vimeo dell’autore e nell’archivio multimediale dell’ Associazione Careof / Organization for Contemporary Art di Milano.Collabora inoltre,con molti fra i più noti poeti contemporanei, italiani e stranieri, per la realizzazione di letture pubbliche, manifestazioni ed eventi dedicati alla poesia.Negli ultimi anni più volte finalista del premio di poesia “ L.Montano” della rivista Anterem di Verona. Dal 1986 ha all’attivo numerose pubblicazioni, tra le quali ricordiamo Iperpoesie (1997), Cellule (2001), Raccordanze (2004), Utópos (2005), Bar (2006), Raccolta (2008), Fashion (2009), Objects (2010), Financial (2011), Performate (2011) Piano (2012), Meteo tempi (2014).

Chiara De Luca, dalla raccolta inedita “La nudità della luce”, nota di Laura Caccia

$
0
0

La vibrazione dell’esistere

In tutta “La nudità della luce” che Chiara De Luca dispiega nel suo spartito colmo “di mondo e silenzio” risuona un continuo intreccio tra il corpo e gli elementi del reale, tra presenza e assenza, bellezza e spesamento, nell’inebriarsi, come scrive, “di sole di vento forte o d’opaco di luce / di canto d’inverno di pianto di freddo / d’eterno d’inferno di sogno e risveglio”.

Nelle immagini che i versi sfiorano a volte come un tocco di luce leggera, a volte con una dolorosa messa a nudo, pare di scorgere l’Ophelia shakespeariana dipinta da J. E. Millais, a partire dalla figura iniziale, che l’autrice presenta come il salice-donna “che piange / la fine delle storie” riflessa nell’acqua e i cui“capelli le si schiudono a raggiera, / sparsi vibrano del brivido dell’onda”.

La vibrazione caratterizza quest’immersione totale nella vita, dove gli elementi corporei e naturali si dissolvono gli uni negli altri, tra il buio della perdita e la luce della bellezza, come fa risuonare Chiara De Luca, da un lato “su spariti senza voce // leggendone le note per vibrarne”, dall’altro “nel canto che ha l’unisono del sangue”, tra il dolore causato dall’assenza e l’affermarsi forte della pienezza vitale, riuscendo, nel suo ampio respiro a tenere insieme gli opposti, a, come ci conferma l’autrice, dire “di quest’aspra famedi silenzio” e insieme dire “dell’esistere semplicemente”.

 

***

Elegante si china come un giunco,

nebbia la sfiora di una veste da sposa,

 

i capelli le si schiudono a raggiera,

sparsi vibrano del brivido dell’onda

 

si giungono e ancora la corrente li separa:

 

si specchia capovolta finché non la spaventa

un colpo di vento che di colpo la disperde

 

sulla superficie come una malerba.

 

Ë una donna il salice che piange

la fine delle storie, stanca del giorno

 

implora la notte ebbra d'autunno

di baciarle via la luce dal volto.

 

 

Testamento

 

Mentre aprile nasce io vi lascio

 

le spoglie di quel che fu soltanto

frammento dei chi che avrei potuto

 

si deve qui colmare tutto il tempo

fino all’orlo più alto e traboccarlo;

 

perché non tornano gli anni rubati

da quella che per me li ha vissuti.

 

Vi lascio le sue mani di cartapesta

fruscianti a ogni stretta concessa

 

vi lascio la sua pelle di trine sottile

fremente al minimo tocco gentile

 

il suo silenzioso scusarsi per tutti

gli assolti delitti commessi da altri.

 

la stoffa dei suoi miti giorni perduti

da pagliaccio docilmente indossati

 

per stracciarli al circo delle stagioni

 

ma non prima di lasciarvi in rima

 

il mare di quei disossati perdoni

delle dolci e scarnite assoluzioni

degli arresi e atterriti abbandoni

 

il breve cenno nel voltarsi di una mano

riportando in poesia le ali di un gabbiano.

 

Chiara De Luca, laureata in Lingue e Letterature straniere a Pisa, ha frequentato la Scuola europea di traduzione letteraria di Magda Olivetti a Firenze e il master in traduzione letteraria per l’editoria dell’Università di Bologna, dove ha conseguito un dottorato in Letterature europee. Scrive poesia, narrativa e critica, traduce da inglese, francese, tedesco, spagnolo e portoghese. Ha pubblicato con Perdisa la pièce teatrale Duetti, con Fara i romanzi La Collezionista (2005) e La mina (stra)vagante (2006), i poemetti La notte salva (2008) e Il soffio del silenzio (2009) e la silloge Il mondo capovolto (2012), con Kolibris la raccolta poetica La corolla del ricordo (Kolibris 2009, 2010), edita anche in versione bilingue con traduzione in inglese di Eileen Sullivan (The Corolla of Memory, 2010) e l’antologia Animali prima del diluvio. Poesie 2006-2010 e ha in preparazione l’antologia bilingue di testi scelti The Sum of Each Return / La somma di ogni ritorno, con traduzione inglese di Gray Sutherland. Ha pubblicato testi poetici in varie riviste e antologie in Italia e all’estero. Ha curato l’antologia di giovane poesia italiana contemporanea Nella borsa del viandante (Fara, 2009), ha pubblicato la raccolta di saggi, articoli e scritti critici A margine dei versi. Appunti sulla poesia contemporanea (Kolibris, 2015) e traduzioni di oltre cinquanta raccolte poetiche di autori stranieri contemporanei. Sue poesie sono state tradotte in inglese, francese, tedesco e spagnolo e rumeno.

Nel 2008 ha creato Edizioni Kolibris, casa editrice indipendente consacrata alla traduzione e diffusione della poesia straniera contemporanea (http://edizionikolibris.net). Cura il blog “A margine dei versi”, dedicato alla critica del testo poetico, il progetto europeo “Safe Souls” per la traduzione e pubblicazione di dieci grandi voci della poesia contemporanea (http://safesouls.net) e il sito internazionale Iris di Kolibris, dedicato alla traduzione poetica, al bilinguismo e alla letteratura della migrazione, cui collaborano numerosi poeti, traduttori ed editori di diverse nazionalità (http://irisdikolibris.net). Collabora con il mensile internazionale di cultura poetica “Poesia” (Crocetti Editore), con la rubrica online “Officina Poesia” della rivista “Nuovi Argomenti” e con “Poesia” di Rai News. Per il sito del festival Parco Poesia cura una rubrica dedicata alla giovane poesia internazionale e per la rivista peruviana “Vallejo & Co” una rubrica dedicata alla poesia italiana contemporanea in traduzione spagnola. Con il poeta e traduttore canadese Gray Sutherland si occupa della rubrica “Gray Ink”, dedicata alla traduzione in inglese della poesia italiana contemporanea. Per Samuele Editore è in uscita la sua raccolta poesica Alfabeto dell’invisibile. Il suo sito personale è: http://chiaradeluca.net

Lia Cucconi, poesia inedita “Dell’ Essere”, nota di Ranieri Teti

$
0
0

La nostra condizione terrena ci porta a convivere con un forte senso di vuoto.

Molti provano a colmare questo vuoto in vari modi: con la religione, con la psicanalisi, con la tecnologia e tutti i suoi derivati.

Alcuni, come Lia Cucconi, tentano l’avventura di confrontarsi con esso poeticamente, attraverso un ragionamento in versi sull’Essere.

Ne nasce una discesa nell’interiorità: “una voce d’altro alfabeto mi guida all’ascolto: è l’incompreso inconosciuto altro”, scrive Cucconi che possiamo immaginare in un mare in tempesta battersi come il remo nel suo gorgo. Oppure su una tortuosa strada ricca di sviamenti come può essere l’inconscio, dove l’autrice ambienta e raduna spezzoni di vita, con il senso demandato alla parola dell’”altro”.

Ne nasce una salita nel pensiero: “dove “io sono” siamo la stessa cosa”.

L’altezza raggiunta ci conduce verso la nostra notte oscura. In un laico confondersi del fine della poesia con la fine della nostra vita.

 

 

***  

Un filo si trascina la mia essenza

nel grembo interno ai segni luminosi

al suono ora inteso ora incerto a cose

che hanno la voce dell’universo.

Nel fragile nucleo di coscienza

passano e si stendono le parole

oltre le ombre del pensiero, vedo

e sento che è l’immenso d’ignoto

battersi come il remo nel suo gorgo

al vento dell’incontro dentro al tempo.

Come un soffuso richiamo su me

passa una traccia di suoni, una voce

d’altro alfabeto mi guida all’ascolto:

è l’incompreso inconosciuto “altro”:

lui m’interagisce al mistero umano

e come tessuti andiamo nel labile

confine posto in nostra carne e c’è

conoscenza d’essere ciò che siamo

come l’alloro, il vento, il fiore, il ramo

e la rondine che si posa, l’ombra

d’ogni richiamo, l’inconscio numero

dei sogni che ci fanno in noi natura

dove “io sono” siamo la stessa cosa

generati dall’imprevedibile

genitrice gelosa di sua impronta.

 

Lia Cucconi ha pubblicato tredici libri di cui cinque in italiano e otto in dialetto di Carpi. Con i volumi dialettali è sempre stata finalista al Premio Pascoli. Tra gli ultimi editi in italiano ricordiamo “Intrusiva” (2000) e “L’imposta” (2010). È presente in riviste e antologie.

Si sono occupati, tra gli altri, della sua poesia Giorgio Luzzi, Sandro Montalto, Giorgio Barberi Squarotti, Stefano Verdino, Manuel Cohen.

Vive a Torino.

Ultima pagina: Galleria fotografica/2 del Forum 2015, immagini di Maria Grazia Veroni

$
0
0

Luglio 2016, anno XIII, numero 32

$
0
0
ANTEREM
RIVISTA DI RICERCA LETTERARIA
 

esiti trentesima edizione

La giuria del Premio Lorenzo Montano, composta da Giorgio Bonacini - Laura Caccia - Davide Campi - Mara Cini - Flavio Ermini - Marco Furia - Rosa Pierno - Ranieri Teti, è lieta di presentare i risultati finali della 30^ edizione del "Montano".

Le premiazioni di segnalati, finalisti e vincitori si terranno a Verona sabato 12 e sabato 19 novembre p.v., nell’ambito del “Forum Anterem 2016”.

Una prosa inedita

$
0
0

Patrocinio: Associazione Anterem –Biblioteca Civica di Verona

 

Autori premiati con Menzione

Maria Grazia Bajoni, Quando l’effimero dura troppo

Marco Boietti, Il sole velato

Nicoletta Cherubini, Leda

Ettore Fobo, Millennium bang

Eugenio Nastasi, Nota critica su Fabrizio Dall’Aglio

Marco Nicastro, “Tempo di uccidere” di Ennio Flaiano: fenomenologia di uno psicopatico

Cristina Pennavaja, Tre giorni in più

Anna Stella Poli, Dove si trovava ieri sera verso mezzanotte?

Barbara Serdakowski, La fine del mondo è un’altra storia

Carlo Tarabbia, Premesse storiche alla civiltà Guaranì

Giovanni Tranfo, Caravaggio ha dipinto un solo capolavoro

 

Autori premiati con Menzione Speciale

Giuseppe Armani, Paul Celan. I pioppi e la verticale capovolta

Riccardo Benzina, Sequenza

Rossella Cerniglia, Il tema della morte in letteratura

Giancarla Frare, Vico Sedil Capuano n.10

Giuseppe Gorlani, L’ispirazione

Giuseppe Limone, Un’interrogazione sull’ape, molte interrogazioni sull’uomo

Carla Paolini, Monologo del lettore diligente

Angela Passarello, La casa di Ana

Roberto Perotti, Quelcomor

Rossella Pretto, Macbeth, o della fede mancata

Elvira Siringo, Codice Shakespeare

Mariannina Sponzilli, Dondolio poetico interclassista

 

Autori premiati con Segnalazione

Danilo Di Matteo, Un appello per le culture politiche

Gramuglio, Sulla scivolosità di certe mattine e le inaspettate metafore che ne derivano

Roberto Morpurgo, Poetiche della Monadologia

Alice Pareyson, Verità (s)coperta

Sergio Pasquandrea, Darwiniana

Nausicaa Pezzoni, Oltre i muri, lo sguardo aperto di un continente

Maria Pia Quintavalla, La terribile età

Ambra Simeone, Un partigiano leopardiano

 

Autori finalisti

Lorenzo Barani, Frammenti da “Terra dei sogni”

Michele Cappetta, Rovescio

Paolo Ferrari, Opusminus-0. Sul muro che perseguita l’Europa

Tiziana Gabrielli, Scripta volant

Loredana Magazzeni, Lo sguardo generante di Antonia Pozzi

Sofia Demetrula Rosati, A Trotula che dispensò bellezza e cura – frammenti di un culto misterico

Paola Zallio, H

 

Prosa vincitrice

Rovescio, di Michele Cappetta

Una poesia inedita

$
0
0

Una poesia inedita”

 

Patrocinio: Prima Circoscrizione di Verona

 

Poeti premiati con Menzione

Marino Cattaneo, Zeviana

Paola Cerasani, Decomposizioni

Wilma Minotti Cerini, La terra rovesciata

Riccardo Deiana, Il vento

Rita Felerico, Domani il mare

Gianfranco Galasso, Da pietra in pietra

Lino Giarrusso, Gli affetti

Luigi La Vecchia, “Incomincia la giostra del quasi”

Carlo Lei, Improvviso

Ida Emanuela Mallaby, “Riuscire ad essere al di là, al di sopra, al di fuori di sé”

Carlo Murzi, I due mondi

Alfredo Rienzi, Seconda partenza di Sedir H.

Massimo Viganò, Ore delle colline pisane

 

Poeti premiati con Menzione Speciale

Giovanni Avogadri, Variazioni sull’opera “Amante marina” di Luce Irigaray

Joseph Barnato, “Intuire che il tempo della veglia”

Primerio Bellomo, L’Umana purezza

Stefania Bortoli, Il sogno della montagna di neve

Doris Emilia Bragagnini, Di fuga soluta

Alceo De Sanctis, Con O. – Nella Mihrimah Jamii

Roberta De Thomasis, Irene

Gianfranco Guidolin, I nuovi caronte

Stefania Negro, Se non fosse il dolore

Manuel Paolino, La coperta

Renzo Piccoli, Il dialogo dei giorni

Filippo Ravizza, Alla fermata dell’autobus

Filippo Tommasoli, “Eravamo in due”

 

Poeti premiati con Segnalazione

Gianluca Bolchi, Tripartita verticale-orizzontale

Roberto Borghesi, Tra le colonne del tempio

Enzo Campi, Andirivieni

Franco Falasca, Incorreggibile il tempo

Giancarlo Fascendini, “Sentirsi premere dentro e mai”

Marina Giovannelli, Il custode

Matteo Gorelli, Cosmos nu grafica

Angela Greco, Campo di grano con corvi

Giorgio Mancinelli, Giri di lune

Lory Nugnes-Simona Saletti-Stefania Simeoni, La Teoria degli Insiemi

Anna Maria Pes, Causa – Effetto / Effetto – Causa

Enea Roversi, Rotatoria

 

Poeti finalisti

Maria Angela Bedini, Nell’incudine del bene e del male

Lella De Marchi, A-polide A-melia (Omaggio ad Amelia Rosselli)

Mara Mattoscio, Monologo del lungo niente

Francesca Monnetti, In-versi modellamenti

Viviana Scarinci, Amanda fiore o tartaruga

 

Poesia vincitrice

Amanda fiore o tartaruga, di Viviana Scarinci

 

Una raccolta inedita

$
0
0

Patrocinio: Comune di Verona - Biblioteca civica di Verona

 

Poeti premiati con Menzione

Stefano Allievi, Punti di vista

Camilla Buin, Poesie inedite

Fernando Della Posta, Cronache dall’Armistizio

Andrea Fenice, Profondità urbane

Stefano Grilli, Prigioniero del mondo

Costantino Loprete, Luce contras

Emanuela Mariotto, Da un buco nella rete

Daniela Maurizi, Fiori sull’acqua

Nicolò Rubbi, Variazioni sull’ora e sull’aurora

Giacomo Salvemini, Marginalia

Francesca Scattolin, Un nuovo ordine

Giulia Scuro, Sedute in piedi

Elda Torres, SchizziScazzi

 

Poeti premiati con Menzione Speciale

Alessio Alessandrini, L’impollinazione

Cristina Bove, Una donna di marmo nell’aiuola

Rinaldo Caddeo, Fiabe metropolitane

Lidia Are Caverni, Parvulus

Gabriella Cinti, Madre del respiro

Gianluca Giachery, Disincanto della fortuna

Andrea Giuseppe Graziano, Poesie inedite

Giulio Maffii, La calma apparente dei morti

Romano Morelli, Risvegliarsi qui. Un altro luogo ma non altrove

Salvo Nugara, La tigre bianca

Ugo Piscopo, Poesie inedite

Claudia Pozzana, Poesie inedite

Lia Rossi, Mille volte sulla lingua

Matteo Rossi, Voci da una voliera umana

Giancarlo Stoccoro, Luoghi d’ombra

 

Poeti premiati con Segnalazione

Francesca Canobbio, La legge del buio

Marina Corona, Un destino innocente

Gerardo De Stefano, On

Stefano Iori, Poesie inedite

Loredana Lacroix-Prete, Solido – ovvero sassi nella memoria –

Vincenzo Lauria & Liliana Ugolini, Oltre infinito

Lara Lorenzini, Seduzione

Francesco Lorusso, L’ultimo uomo

Attilio Marocchi, Lapislazzuli cristalli

Emiliano Michelini, Phanopoeia

Alessandra Paganardi, Il resto della vita

Marco Palladini, Oltremoderna è l’agonia

Alessandro Ramberti, Manuale di rotta

Gaby Ramsperger, Le Onde sono sentimentali

Pietro Salmoiraghi, Entimemi

Massimo Sannelli, XXXVII poesie

Marco Saya, Nel presente dei ciechi

Roberto Valentini, Vangelo meneghino

 

Poeti finalisti

Paolo Aita, Azzimi

Pietro Antonio Bernabei, Ominazioni

Alessandra Conte, The hypercorporea rerum

Lia Cucconi, Impercorso d’oscure chiarezze

Enrico De Lea, Anime di carne

Maria Grazia Insinga, Ophrys

Greta Rosso, La tormenta

Luigi Severi, Sinopia

 

Raccolta inedita vincitrice

Sinopia, di Luigi Severi

Opera edita

$
0
0

Patrocinio: Associazione Anterem – Biblioteca Civica di Verona

 

Poeti premiati con Menzione

Daniele Andreis, Carta schianta, NODe, 2015

Maddalena Bergamin, Scoppieranno anche queste stagioni, Marcos Y Marcos, 2015

Giovanni Campana, Delle parole (e loro luoghi), Elison Publishing, 2015

Laura Cantelmo, Geometrie scalene, Marco Saya Edizioni, 2016

Carolina Canziani, Rimedi contro il mal di gola, Lampi di stampa, 2015

Sonia Lambertini, Danzeranno gli insetti, Marco Saya Edizioni, 2016

Piero Marelli, Apocalypsis cum figuris, La Vita Felice, 2015

Adriana Gloria Marigo, Senza il mio nome, Campanotto Editore, 2015

Roberto Minardi, La città che c’entra, Editrice Zona, 2015

Daniela Pericone, L’inciampo, L’Arcolaio, 2015

Laura Pierdicchi, Oltre, Genesi Editrice, 2016

Gianni Ruscio, Respira, Edizioni Ensemble, 2016

Eugenia Serafini, Canto dell’effimero, Flower-ed, 2013

Antonio Spagnuolo, Ultimo tocco, Puntoacapo, 2015

Lorenzo Trigiani, Oli esausti, Sigismundus, 2013

Giancarlo Volpato (a cura di), Tra amici, parlando di poesia, Eurostampa, 2015

 

Poeti premiati con Menzione Speciale

Silvana Baroni, Criptomagrittazioni, Onyx Editrice, 2013

Rossana Bucci & Oronzo Liuzzi, DNA, Eureka Edizioni, 2015

Alessandro Canzian, Il colore dell’acqua, Samuele Editore, 2016

Giuseppe Carracchia, Prova del nove, Giuliano Ladolfi Editore, 2015

Maria Grazia Carraroli, Trittico, Florence Art Edizioni, 2016

Anna Maria Dall’Olio, Fruttorto sperimentale, La Vita Felice, 2016

Roberto Dall’Olio, Tutto brucia tranne i fiori, Moretti&Vitali, 2015

Fabia Ghenzovich, Totem, Puntoacapo, 2015

Serena Maffia, Blu, Marco Saya Edizioni, 2016

Domenica Mauri, Il trattamento della neve, Italic, 2014

Klaus Miser, Non è un paese per poeti, Prufrock spa, 2015

Gabriella Musetti, La manutenzione dei sentimenti, Samuele Editore, 2015

Edoardo Penoncini, Vicus felix et nunc infelix – La luce dell’ultima casa, Al.Ce. Editore, 2015

Rosa Salvia, Dolore dei sassi, Puntoacapo, 2015

Cesare Vergati, L’Uomo Umido– Diòcreme in vincoli, ExCogita Editore, 2015

 

Poeti premiati con Segnalazione

Flavio Almerighi, Caleranno i vandali, Samuele Editore, 2015

Vladimir D’Amora, Pornogrammia, Edizioni Galleria Mazzoli, 2015

Patrizia Dughero, Canto del sale, Qudulibri, 2016

Patrizia Garofalo, Girasoli di mare, Blu di Prussia, 2016

Roberto Malini, Ba Ta Clan, Lavinia Dickinson Editore, 2016

Alberto Mori, Canti Digitali, Fara Editore, 2015

Rita Pacilio, Il suono per obbedienza, Marco Saya Edizioni, 2015

Marisa Papa Ruggiero, Jochanaan, Giuliano Ladolfi Editore, 2015

Luisa Pianzola, Una specie di abisso portatile, La Vita Felice, 2015

Gilda Policastro, Inattuali, Transeuropa, 2016

Giacomo Rossi Precerutti, Salvezza degli indugi, Edizioni Ensemble, 2015

 

Poeti finalisti

Alessandro Assiri, Lettere a D., Lieto Colle, 2016

Caterina Camporesi, Muove il dove, Raffaelli Editore, 2015

Milo De Angelis, Incontri e agguati, Mondadori, 2015

Antonella Doria, Millantanni, Edizioni del Verri, 2015

Adelio Fusé, La veglia del sonnambulo, Book Editore, 2016

Carmen Gallo, Paura degli occhi, L’Arcolaio, 2014

Mauro Germani, Voce interrotta, Italic, 2016

Marica Larocchi, Grandangolo, Edizioni Joker, 2015

Manuel Micaletto, Stesura, Prufrock spa, 2015

Piera Oppezzo, Una lucida disperazione, Interlinea Edizioni, 2016

Margherita Rimi, Nomi di cosa – Nomi di persona, Marsilio Editori, 2015

Michele Zaffarano, Paragrafi sull’armonia, IkonaLíber, 2014

 

Opera edita vincitrice

Una lucida disperazione di Piera Oppezzo, Interlinea Edizioni, 2016

Viewing all 530 articles
Browse latest View live